Debriefing "Operazione Free Sky" 18-19 giugno 2016

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Lara
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Re: Debriefing "Operazione Free Sky" 18-19 giugno 2016

Messaggio da Lara » 08/07/2016, 8:58

Ciao ragazzi e' una bella emozione leggere i vostri debriefing, complimenti perche' non e' stata una passeggiata per voi e nonostante cio' vi siete divertiti....questo era il nostro obiettivo!
Attendiamo gli altri debriefing...
Lara
spezy
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Re: Debriefing "Operazione Free Sky" 18-19 giugno 2016

Messaggio da spezy » 17/07/2016, 22:22

Scusandoci per il ritardo, inserisco il debriefing degli Skulls Valtellina.

SIERRA 7
Crasuets
Hood
Ombra

Partiamo con il primo briefing un paio di settimane prima dell’evento…
Noi siamo spicci, cartina, foto, book e in un paio d’ore il piano d’azione è fatto.
Cinque giorni prima, eccoci con il secondo briefing, divisione compiti e materiali. Carichissimi!
Tre giorni prima, la sfiga. Uno dei nostri è in ospedale, appendicite da operare. Siamo in 3.
Non riusciamo a trovare il quarto. I piani vanno tutti a monte poiché avevamo deciso di dividerci a coppie.
Nel viaggio e la sera rivediamo i piani e i materiali e al mattino siamo pronti ad entrare in A.O.
Abbiamo deciso di fare tutti il percorso lungo, precedentemente stabilito per una delle coppie.
Partiamo spediti dall’infiltrazione di Prato Nevoso in direzione MISSILI-2. È giorno e tempo di fare un po’ di osservazione.
Ci appartiamo e con binocolo e specola individuiamo OBJ e facciamo osservazione. La situazione è calda e decidiamo di lasciarli come ultimo step.
Saliamo lungo la costa in direzione EW-R. È circa l’una quando rileviamo il cambio turno. L’occasione è ghiotta.
Dentro a tutta entriamo nella tenda, dove troviamo anche il Comandante Lima. Rileviamo quanto necessario, prendendo i dati dal PC dopo aver estorto la password al tecnico.
Miniamo l’antenna e ci dileguiamo.
Un attimo di respiro prima di affrontare la salita verso il lago dove sono indicate due zone di nostro interesse. Dalla cresta facciamo osservazione: individuiamo il PILOTA e rileviamo la non presenza di ostili. Ci dirigiamo quindi verso la zona di interesse più vicina dove rileviamo il SEGGIOLINO del jet. Da questo punto scorgiamo anche il campo base dei mercenari a valle.
Procediamo quindi in direzione pilota. Lo troviamo, morto. E qui inizia a piovere. Ci spostiamo in una zona un poco più riparata, la pioggia si fa insistente e allora ci ripariamo sotto il nostro telo d’emergenza. Mangiamo e attendiamo un meteo migliore. Mezz’ora d’attesa, sono circa le 15.30 e ci spingiamo verso il piano delle scalette, dove troviamo riparo in una vecchia costruzione degli impianti di risalita: la sfruttiamo per parecchio tempo per riposarci. Piove e molto.
Ore 17.30, ripartiamo alla volta di EW-A. Intercettiamo al carrabile che sale ma procediamo sul ripido pendio che porta sulla larga cresta alla cui base è visibile l’antenna, il nostro OBJ. Sono le 19.30. Un nostro operatore si posiziona in osservazione, gli altri spediti a minare l’antenna. Alle 20.30 siamo di nuovo tutti assieme e ripartiamo per sfruttare il cambio turno e minare anche la seconda batteria di missili. La individuiamo da lontano. C’è una pattuglia di mercenari in zona. Dobbiamo attendere. Cala la notte e con lei, la forte nebbia. Visibilità a 5 metri. Seguiamo l’impianto di risalita per ritrovare i MISSILI-1. Nulla da fare, sembrano scomparsi. Decidiamo di desistere e ripartire verso l’altra batteria di missili e l’esfiltrazione. Non domi però ad un certo punto, viste le ampie tempistiche, decidiamo di riprovare a cercare sta maledetta batteria di missili. La nebbia si alza quel poco che basta per vedere le luci che lampeggiano. Come schegge ci dirigiamo verso di loro. La nebbia scende nuovamente ma mi imbatto nei missili quasi casualmente, posiziono il C4 e fuggiamo. ( probabilmente c’era la cassetta per metterlo come nell’altra batteria di missili, ma la fretta e visibilità nulla mi ha fatto abbandonare il panetto sulla base dei missili stessi ).
Ora ci prendiamo una tregua e scendiamo per boschi verso valle. Troviamo un caseggiato e ci appartiamo per cambiarci. È passata la mezzanotte. Vediamo una pattuglia di contro che viene verso l’edificio, decidiamo di non scappare, abbiamo una copertura. Veniamo catturati, interrogati e rilasciati. La copertura ha funzionato. È ormai l’una passata. Riprendiamo la marcia verso i missili.
Cerchiamo una di seguire le valli sopra il campo base dei mercenari e in parte ci riusciamo, ma poi è troppo buio per trovare una strada valida e la stanchezza si fa sentire. Decidiamo di rischiare. Scendiamo poco oltre il campo base, attendiamo che i mezzi se ne vadano e ci mettiamo in cammino subito dietro a passo spedito. Siamo consci che almeno uno dei due tornerà indietro e ormai comincia ad albeggiare.
Puntualmente accade, ma con un tempismo incredibile riusciamo a gettarci nell’erba a lato strada. È abbastanza alta per coprirci! Siamo salvi.
Ultimo sforzo. I MISSILI-2 sono vicini. Rapidamente li miniamo e ci dirigiamo verso l’esfiltrazione quando sono ormai le 8 di mattino. Purtroppo il navigatore è letteralmente morto, così non abbiamo più le coordinate per poter completare la range card e richiedere il supporto aereo.
Distrutti, bagnati ma soddisfatti!!!


Ci teniamo a ringraziare TNT Torino e tutti gli altri team partecipanti (sia in interdizione che in controinterdizione) per l'ottimo weekend.
Skulls Softair Valtellina

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ACE
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Re: Debriefing "Operazione Free Sky" 18-19 giugno 2016

Messaggio da ACE » 20/07/2016, 12:19

ecco il deb degli zau :)
è stato scritto a 4 mani da me e da nox (che ringrazio per l'aiuto!)

OPERAZIONE FREE SKY
18 – 19 giugno 2016

Aviatore lo scout, Nox il cartografo, Ace il team leader e Rullo la coda sono i componenti del gruppo ZARRUELE che partecipa all’evento della durata di 24 ore organizzato dal TNT di Torino ad Artesina.
In questa missione essi sono gli operatori del team Sierra 11e hanno numerosi obiettivi da conseguire:
ricerca e distruzione di apparecchiature di alta valenza tecnologica;
estorsione di informazioni strategiche ad un Capitano nemico;
identificazione del luogo in cui è caduto il seggiolino di un aereo da ricognizione;
recupero del pilota e dei dati sensibili.
Nel tardo pomeriggio di venerdì, i quattro uomini raggiungono Prato Nevoso dove passano la notte.
Subito si rendono conto che l’ambiente (alture con pendii scoscesi) e le condizioni meteorologiche (acquazzoni di forte intensità e temperature in caduta) non li agevoleranno, anzi…
Comunque, il sabato mattina Sierra 11 inizia la missione infiltrandosi presso Artesina.
Seguendo il piano predisposto, con molta attenzione la squadra perlustra visivamente la vallata.
Niente desta sospetti e quindi gli operatori imboccano un sentiero verso Sud che li avrebbe portati a una quota più elevata.
Dopo circa 600 metri, avvistano, sul tornante disegnato dal sentiero, una pattuglia di controinterditori.
Decidono di aggirarla ripiegando verso Est, con il primo dei mille “fuorisentiero” del torneo.
L’azione si rivela molto impegnativa perché il team deve superare due impluvi e risalire un promontorio per poter avere di nuovo una visione panoramica del territorio.

Nella raggiunta e sudata postazione, Sierra11 scorge il Campo Base della PMC situato poco più in basso.
Dopo aver registrato la sua posizione e aver scattato le fotografie, il gruppo riparte per il successivo obiettivo: Missili 2.
Con notevoli difficoltà per l’impervio territorio, Sierra 11 supera HQ ,in copertura, e raggiunge la tanto agognata pista da sci che taglia il versante da Ovest a Est e che porterà in quota la pattuglia.
Durante la salita, il team scopre un sentiero che, dalle impronte rinvenute nel fango, è battuto da animali, forse cinghiali.
Lo imbocca e, senza particolari sforzi, sbuca a metà circa della pista. Fortunatamente una avvolge i quattro uomini che, altrimenti, avrebbero camminato allo scoperto rendendoli facili bersagli per gli osservatori nemici.
Verso le 13.00 la cima è raggiunta e una casetta ( usata per le gare di sci) offre un riparo per una sosta meritata.
Sierra 11,però, non si distrae e nota movimenti di uomini e di mezzi oltre la cresta: ecco trovata l’area di Missili 1.
Si mette in atto un piano.
Rullo e Aviatore salgono più in alto per controllare il movimento della pattuglia di sorveglianza, Ace e Nox scendono e, evitando le sentinelle, minano e distruggono le apparecchiature dopo aver recuperato componenti utili all’Intelligence.
Iniziano la risalita per ricongiungersi ai compagni, ma vengono intercettati da un pick-up con tre avversari a bordo.
Veloci si appostano su un sentiero più in alto rispetto la strada e si difendono dagli attacchi degli operatori PMC che presto si allontanano per evitare la sconfitta.
Ace e Nox riprendono il cammino mentre scoppia un violentissimo acquazzone. La pioggia, il vento, il freddo, il fango, il terreno accidentato mettono a dura prova la loro resistenza fisica.
Ricomposta la squadra, Sierra 11 si dirige verso la stazione radio EW-R, segnalata più a Sud.
Verso le 15.30, cessata la pioggia, gli operatori si fermano per cambiare l’abbigliamento che, fradicio d’acqua, risulta appesantito e freddo.
Ace, veramente provato, esprime il desiderio di abbandonare, ma i compagni lo esortano e lo spronano a superare quel momento di sfiducia; il giovane si riprende, si rassicura e continua la missione.
Dopo una faticosa camminata nel fango scivoloso e su sassi ingannevoli sporgenti dal terreno, la squadra è vicina alla stazione radio.
Ace resta in quota e appronta un POA, mentre Rullo, Aviatore e Nox si avvicinano all’obiettivo da Sud.
La stazione non è protetta, così , senza alcuna difficoltà, prelevano i dati sensibili.
Durante il controllo della struttura, scoprono il Capitano Lima. Questi cede alle pressioni dell’interrogatorio e rivela che il giorno successivo sarebbero giunti rinforzi ai nemici.
Gli operatori lasciano il graduato e abbandonano l’installazione non prima di renderla inutilizzabile con l’esplosivo.
Sierra11 si ricompatta e finalmente si concede un meritato riposo al riparo delle rocce e si ristora con bevande calde e col tepore di un timido sole che ogni tanto si affaccia tra le nuvole.
Intorno alle 17.30, la pattuglia riprende il cammino verso Sud-Ovest e in circa trenta minuti raggiunge il luogo dove è caduto il seggiolino espulso col pilota dall’aereo di ricognizione.
Trovato il sedile vengono prelevate le informazioni e, per non fornire tecnologia agli avversari, il seggiolino viene minato e distrutto.
Perlustrando la zona verso Nord-Ovest, Aviatore e Rullo si imbattono in un cadavere che viene identificato dalla piastrina come il pilota dell’aereo.
Fotografano e rilevano le coordinate per permettere il successivo recupero del corpo esamine.
Il team procede ora verso Ovest, rimanendo in quota, sopra il Campo Base dei PMC.
Il terreno ostile e scosceso rallenta gli operatori che verso le 19.30 trovano una tettoia in cemento sotto la quale sono alloggiati i meccanismi in disuso di una seggiovia.
In questo riparo facilmente difendibile si fermano per riposare, per cibarsi e sonnecchiare in attesa del buio.
Alle 22 il gruppo riparte, raggiunge la strada per Colle Banzano, punto intermedio della scalata verso l’obiettivo Missili 1.
La salita è faticosissima e costringe gli uomini a fermarsi ogni dieci minuti per recuperare.
Mentre Sierra 11 raggiunge alcuni impianti sciistici di risalita, ricompare la pioggia e le nuvole toccano il suolo avvolgendo nella nebbia Aviatore, Nox, Rullo e Ace.
Essi risalgono a zigzag la pista, tenendo i piloni dell’impianto come punti di riferimento.
Verso le 2, sono in vetta e arrivano alla postazione Missili 1 accolti dal rumore gracidante del motore che muove il vettore, rumore che nel silenzio e nel buio della notte è inquietante e destabilizzante.
La distruggono.
Le condizioni atmosferiche sono inclementi e la discesa, resa più insidiosa dalla fanghiglia, risulta molto più difficoltosa della salita.
Ci si accorda per una sosta.
Sotto il tetto di un casolare, la squadra si ritempra con un thè caldo.
Ricominciare la marcia verso l’ultimo obiettivo è impresa titanica per tutti.
Il team individua e mina l’antenna radio segnalata nel book, ma non individua la stazione meteo.
Intorno alle 5, Sierra 11 predispone l’ultimo bivacco poco lontano dal punto di uscita.
Ace trasmette la Cas-9line che viene approvata.
Gli uomini, ormai al limite delle loro forze, chiedono al comando la possibilità di esfiltrare.
La richiesta è accolta.
In pochi minuti la squadra è fuori e conclude la missione dopo 20 ore e 22 Km di marcia.
E’ stata un’avventura estenuante che ha messo in evidenza e ha confermato come il lavoro di squadra, la collaborazione, il sostegno vicendevole sono fondamentali per superare difficoltà che appaiono insormontabili.
L’amicizia e la fratellanza nascono e si rafforzano nella condivisione delle fatiche.
Un enorme grazie agli amici T.N.T. che hanno voluto affrontare la dura prova di progettare e realizzare una 24 ore con tutti i sacri crismi dettati dalla formula del “Circuito”, dal buon senso e dalla voglia di divertirsi e, soprattutto, far divertire le pattuglie di interdizione.
Prova ampiamente vinta, bravi!
La scelta del campo è stata titanica e il clima poco favorevole hanno creato la combo perfetta per mettere a dura prova l’interdizione (…. ma anche la contro ). Ecco se fosse possibile, per la prossima volta, qualche tratto in piano in più non guasterebbe ….. ihihihihhi.
Grazie, grazie di cuore veramente per la fantastica giocata e per la fantastica organizzazione del pre e post evento.


Un abbraccio enorme dagli Zau
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Re: Debriefing "Operazione Free Sky" 18-19 giugno 2016

Messaggio da Lara » 20/07/2016, 18:28

Bravi ragazzi, il campo era molto duro e il tempo non ha di certo aiutato, leggendo il vostro debriefing mi sono immedesimata in voi e per un attimo ho provato tutte le vostre sensazioni e la fatica fatta.
Complimenti Sierra 11 anche per le foto fatte all'HQ al vostro presidente ;)
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Giulk
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Re: Debriefing "Operazione Free Sky" 18-19 giugno 2016

Messaggio da Giulk » 25/07/2016, 9:33

Con molto ritardo pubblichiamo il De-brefing di"Operazione Free Sky", intanto leggete quelle del TL... Anche gli altri mi hanno promesso che avrebbero scritto qualcosa. Non appena me lo girano ve li farò leggere.
Ancora grazie ai ragazzi dei TNT.
Giulk

BIG RABBIT di Daniele "Puma" Bartolomei

IO: Giulk ma se l’interdizione è da quattro uomini e siamo io, Manuel, Sballo e Looz…chi di noi non può partecipare?
LUI: Nessuno, fate senza di me.
IO: Ma che ca**o dici?
E’ iniziata così la mia avventura per Op. Free Sky!!
Devo essere sincero, l’idea di partecipare senza Giulk a guidare la squadra mi preoccupava e non poco. L’idea che non fossimo pronti per affrontare tutto ciò mi aleggiava nella mente. Ormai però eravamo in ballo.
Noi quattro interditori decidiamo di vederci davanti ad una birra (e mi pare ovvio!!) per dividerci i compiti.
Si, perché nell’ultima riunione è già tutto più o meno pronto. Carte, mappe con percorsi pianificati, storia di copertura e materiale già diviso equamente tra i 4 operatori (passatemi il termine). Non è stato semplice pianificare una gara di questo tipo con i pochissimi aiuti di Giulk perché già utilizzare OziExplorer è stata un’avventura, il compito di TL mi pesava sulle spalle e la paura di far cazzate mi ronzava in testa. Ma bando alle ciancie, eccoci ad Artesina, a notte inoltrata a montare la tenda dove avremmo riposato qualche ora prima di iniziare la nostra avventura. il brick di interditori è formato da Puma (TL), Looz (cartografo), Manuel (scout) e Sballo come fanalino di coda. Il sole inizia a fare capolino tra le montagne, noi mezzi addormentati e con gli occhi stropicciati usciamo dai nostri sacchi a pelo ancora infreddoliti. Non è stata una gran dormita e a giudicare dalle pendenze che si vedevano dal parcheggio dove eravamo accampati questa volta Google Earth ci aveva giocato un brutto scherzo. Ci diamo il buongiorno e dopo poco iniziamo a prepararci, questa parte è sempre magica. Inizi a pensare a tutto quello che stai per affrontare, alla fatica ma anche alla gioia che queste 24h ti daranno, alla pioggia che prenderai, perché si…la pioggia è sicuro che la prenderai!! Al sole che ti scioglie, alle facce dei tuoi compagni con cui condividi certe esperienze e a tutti quegli amici che rivedrai alla fine dell’evento. Ma ora basta per davvero. Ci siamo, il briefing con le ultime informazioni è appena concluso, le squadre si sganciano e raggiungono i loro punti di infiltrazione. Noi abbiamo scelto inf1 perché era favorevole al percorso programmato. Ci facciamo la classica foto di rito e ci infiltriamo su per un pendio quasi in azimutale. La salita è dura e il caldo non aiuta. Facciamo qualche tappa ed arriviamo al primo obj, recon, mark e miniamo sia antenna radio che meteo. Tutto liscio e proseguiamo verso mis1. Nel frattempo un fuoristrada sopraggiunge e siamo costretti a nasconderci nella poca vegetazione a nostra disposizione. Pericolo scampato. Decidiamo di fermarci per una barretta e un sorso d’acqua. Le spalle fanno male, la schiena è a pezzi e la fatica dopo quella pettata inizia a farsi sentire. Qualche foto ai ragazzi e si riparte. Sono circa le 13:00 quando intravediamo mis1. La zona sembra sgombra e quindi decidiamo di avvicinarci ma il missile inizia a muoversi e vi giuro che Looz con il sangue agli occhi aveva già tirato fuori il coltello per tagliare il tubo dell’aria compressa. Lo placchiamo convincendolo a mettere da parte la lama e miniamo anche mis1 non prima di avere preso il punto gps.
Pausa con spuntino a base di caramelle gommose, un vecchio vizio che mai nessuno ci toglierà e ripartiamo. Raggiungiamo la vetta e iniziamo la discesa sotto la seggiovia che ci riporterà all’inizio del sentiero dove avevamo ipotizzato ci potesse essere dell’acqua. In effetti l’acqua c’era ma c’era anche una pattuglia di contro che ci ha fatto scappare (sempre in salita perché noi siamo fortunati). Il sentiero preparato sulla carta e quello che ci troviamo davanti combaciano alla perfezione e iniziamo la salita verso il monde Mondolè. Troviamo un punto dove fare osservazione e Looz scova la tenda e il pilota. Purtroppo prende a grandinare e siamo costretti a rimetterci in marcia. Bella pettata tra le creste e sotto grandine e pioggia. Praticamente ci troviamo ad aggirare tutta la montagna fino ad uscire davanti ad una piccola casetta, una di quelle a fine skilift. Avevamo adocchiato una costruzione in cemento dove riposarci qualche ora e fare un pasto caldo quindi raggiungiamo il sedile del pilota abbattuto, facciamo quello che va fatto, mark e via verso una zona sicura. Ci riposiamo e mangiamo un ottimo pasto pronto (ottimo solo dopo aver mangiato pessime barrette, altrimenti…) e dopo un caffè ci ricomponiamo. Decidiamo di preparare 9line e range card e nel frattempo Manuel e Looz si sganciano per raggiungere il pilota. Raggiungiamo poi il punto di rende-vouz che ci eravamo dati e ci avviciniamo furtivamente alla tenda dove ci aspettava il tecnico informatico. Io rimango fuori a fare la sentinella mentre i ragazzi prendono le informazioni. Una toccata e fuga e siamo già lontani. Nel frattempo la notte sopraggiunge e Sballo, visore alla mano, prende il posto di Manuel come scout. Sono circa le 22:00 quando ci mettiamo in marcia verso mis2. Ce la prendiamo comoda perché siamo messi bene sulla tabella di marcia e sia la nebbia che la notte ci facilitano gli spostamenti in occultamento. Raggiungiamo un sentiero che sbuca su una delle tante piste da sci, c’è una pattuglia di contro. Li lasciamo passare e ci accodiamo ma dopo poco invertono la marcia e siamo costretti a retrocedere e a nasconderci congelandoci per qualche minuto.
Li lasciamo sfilare e ci rimettiamo in marcia, raggiungiamo facilmente una postazione da cui prendere i tempi della pattuglia che sorveglia mis2 ma la pioggia li scoraggia a fare un’altra ronda e quindi decido di provare a raggiungere l’obj in modalità toccata e fuga. Gli altri sono d’accordo e quindi via di corsa lungo il pendio e poi sul sentiero. Mark, foto, preso il fusibile e via verso l’arrivo dell’impianto da cui stavamo prendendo i tempi. Ci ripariamo sotto il tetto e Looz comunica la 9line. Tutto ok, segno del buon lavoro fatto. Una mezz’ora di pausa e ci iniziamo a dirigere al punto di esfiltrazione evitando ben due pattuglie di contro motorizzate. Arriviamo all’esfiltrazione con qualche ora di anticipo, ci nascondiamo nei pressi del parcheggio e una volta svegli chiediamo il permesso di esfiltrare.

La manifestazione ci è piaciuta, il campo era magnifico, molto duro ma al contempo si faceva apprezzare. Il tempo e le temperature non sono state clementi con noi ma anche per l’organizzazione e i ragazzi della contro non deve essere stata una passeggiata. Purtroppo la poca visibilità non ci ha permesso di fare delle recon più approfondite ma la buona pianificazione sulla carta ci ha permesso di avere un passo svelto e di non dover cambiare strada molto spesso. Siamo contenti di aver fatto una buona gara senza Giulk, significa che pian piano stiamo crescendo e questo ci da grande soddisfazione. Ringraziamo i T.N.T di Torino che si sono cimentati in una cosa non da tutti, in un qualcosa che spaventa molti e che altri ancora non si sognano nemmeno di poter fare. La loro è stata una prova di coraggio e devo dire che sono risultati all’altezza delle aspettative. Un grazie di cuore a tutti e FORZA CIRCUITO.
SIERRA 2 OVER.
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Re: Debriefing "Operazione Free Sky" 18-19 giugno 2016

Messaggio da Lara » 25/07/2016, 11:38

Grazie a voi, siamo contenti di essere stati all' altezza del Circuito ed avervi regalato un bel week end con tante emozioni. E' un piacere leggere e vedere tutti soddisfatti nonostante la fatica che avete fatto!! Siete stati molto bravi, avete fatto tutto alla perfezione, oltretutto era la vostra prima volta "soli" quindi un elogio in piu'!! Bravi Sierra 2
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Giulk
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Re: Debriefing "Operazione Free Sky" 18-19 giugno 2016

Messaggio da Giulk » 27/07/2016, 12:17

Aggiungiamo un altro importante tassello al Debriefing di Op. Free Sky. I ricordi di un nostro giocatore alla sua prima 24h ed al suo primo evento targato Il Circuito.
G

Debrifing OP. FREE SKY di Manuel A.
Gli INDIANS sono stati il mio primo club, e grazie a loro mi sono avvicinato a questo sport.
OP.FREE SKY è stato il mio primo torneo con loro ed anche il mio primo torneo h 24, fra l’altro targato ''IL CIRCUITO''.
Quando m’iscrissi al torneo, ero sicuro e tranquillo perché confidavo nell'aiuto, nell'esperienza, ma soprattutto nella presenza di Giulk che sarebbe stato con noi e ci avrebbe guidato per l'intero torneo e fin qui tutto bene. Una sera Giulk mi chiama e mi annuncia i nomi del team interdizione op free sky, facendo i nomi di: Looz, Sballo, Puma ed il mio. Aspettavo che facesse anche il suo nome ma mi resi subito conto che la squadra era al completo. Gli chiesi il motivo della scelta e mi disse: "Voglio far fare esperienza e testare nuove persone". Noi del team team sierra 2 siamo convinti che il vero motivo sia che sta invecchiando e non se la sente di fare certi tornei ma qualunque sia stato il motivo, da quella sera una sensazione di ansia, mista ad orgoglio, mi ha pervaso fino alla fine del torneo.
Mi domandavo se sarei stato in grado di tener testa ad un torneo del genere, se avrei avuto le capacità, se sarei stato all'altezza di rappresentare il team degli INDIANS.
Il giorno prima del torneo credo di aver ricontrollato l'attrezzatura almeno 200 volte per far si che non dimenticassi nulla (eppure qualcosa l'ho dimenticato), vedevo le previsioni meteo e pregavo che fosse tempo buono. Cavolo il mio primo torneo, perché pure con le difficoltà della pioggia???
ed invece...
Sabato 18/06/2016 ore 06:30, esco dalla tenda, dove abbiamo trascorso la prima notte e intravedo vette altissime e rocciose, prive di boschi, ed escalamo '' cacchio queste da dove sono uscite? ieri sera non c'erano!!!''.
Ultimi preparativi, ultima controllata alle cose e ci immergiamo nella zona operativa, da li in poi non si scherza più.
I volti del nostro Team Sierra 2 sono cambiati e diventati più attenti.
Le prime ore di torneo trascorrono in modo quasi veloce e divertente, nonostante la grande pittata affrontata per andare da quota 1400 a quota 2000 mt slm. Poi tutto cambia, iniziano ad arrivare i primi dolori, lo zaino che inizia a pesare, punti di pressione che iniziano a lacerarti la pelle ed altro ma non senti nulla, ti fai forza e continui a camminare.
Inizia a piovere, a grandinare ma continui a camminare ed a salire, salire ed ancora salire, a quota 2200 mt slm. Poi arriva un momento in cui la stanchezza ti assale. Quella voglia di posare lo zaino da 20 kg che preme sulle tue spalle, la voglia di metterti qualcosa di asciutto, di mangiare qualcosa di caldo e di poter riposare le gambe per qualche ora, ti passa per la testa la voglia di voler scendere in un posto impensabile ma grazie al tuo team, eviti di farlo. I compagni ti fanno riflettere, ti danno conforto ed è per questo che continui a camminare, scali un' altra vetta mentre la pioggia continua a scendere sulla tua testa.
Poi il bivacco... altra sensazione unica. Non pensavo che un cazzo di riso al curry con pollo liofilizzato molto buono ( in realtà era la fame che lo faceva sembrare così, faceva cagare) seguito da un caffè solubile potesse darmi tanta carica da riprendere lo zaino in spalla e di rimettermi in marcia.
Dopo altre ore di cammino e gli obiettivi che man mano conquistavamo, arriva la notte. Camminare di notte in una montagna che non conosci e per di più con un banco di nebbia fittissima è stata una sensazione non troppo bella purtroppo. Looz continuava a ripetere di fermarsi perché era troppo pericoloso, ma questa volta, non c'era via di uscita dovevamo per forza scendere da quella vetta. Mi sono fatto carico della spedizione e abbiamo iniziato a scendere il pendio, cercando di trovare la strada migliore senza sapere quello che ci fosse a due metri da noi. (poteva essere una strada un dirupo una buca, qualsiasi cosa)
La nostra discesa era ancora più difficile senza l'aiuto delle torce, al contrario le squadre di contro interdizione ci avrebbe aspettato a braccia aperte.
E' ripreso a piovere incessantemente, impregnati d'acqua ovunque, gli anfibi zuppi, ma si continua a camminare e a conquistare obiettivi, silenziosi come la notte e veloci come la luce, evitando le squadre di contro...
Tutto procedeva per il meglio ma a causa di un piccolo infortunio, della mancanza di forze, del freddo, della pioggia incessante e del fatto che avevamo terminato tutti gli obiettivi, sono crollato mentalmente e volevo che tutto finisse, al più presto. Tutti questi fattori hanno contribuito affinché non riuscissimo a trovare un passaggio per attraversare i quattro fiumi che ci dividevano dal punto di estrazione, distante solo 50 metri in linea d'aria, ma sembrava non avvicinarsi mai.
In quei momenti ho messo a dura prova i caratteri dei miei compagni: maledicevo Looz perché voleva allungare sempre di più la strada, maledicevo Puma perché non voleva esfiltrare in anticipo. Nonostante ciò sono riusciti a mantenere la calma e mi hanno supportato moralmente arrivando così al punto di esfiltrazione...
Siamo riusciti a completare il torneo con un anticipo di 4 ore, abbiamo provato a resistere, ma il freddo ha infranto il nostro coraggio di provarci, congelato la speranza. Abbiamo chiesto l'esfiltrazione anticipata pensando veramente di aver sprecato tutto il bel lavoro fatto e aver buttato via il risultato...
Dal momento dell'uscita dal campo di gioco, abbiamo dormito tre ore in pulmino per poi dirigerci in hotel, senza aprire bocca, senza dire una parola, consapevoli che l' esfiltrazione anticipata era una sconfitta morale e motivo di delusione nei confronti del nostro presidente. Solo la doccia calda ha lavato tutto quest’amaro e fatto sì che tornassimo di buon umore...
Arrivati i nostri compagni della contro abbiamo raccontato l'accaduto con un po' di amaro in bocca. A risolvere la situazione sono bastate le parole di Giulk che dicendo "nessuno avrebbe potuto resistere in quelle condizioni", sono state per me come il sole dopo la tempesta. Significava non averlo deluso, significava che anche lui si era reso conto che avevamo fatto tutto per poter resistere...
Dopo il debrifing, Lara dei TNT ha chiamato tutte le squadre di interditori per consegnare loro il premio ricordo per la partecipazione ad Op. Free Sky. Arrivato il nostro turno, il turno degli INDIANS, è partito il solito applauso ma diverso da tutti gli altri applausi, si sentiva che dietro a quel nome c'era un senso di rispetto profondo e di ammirazione, per il club e per quello che lo ha reso tale...
Poi la ciliegina sulla torta. Arriva il momento dell'annunciazione della squadra interditori che si è distinta come migliore... il nostro nome... attimi di debolezza, non riuscire ad alzarsi dalla sedia, provare a girarsi per cercare lo sguardo dei tuoi amici e trovarli pieni di emozione. Ti vien voglia di urlare, andare da loro, dal tuo presidente per abbracciarli forte, perché in fondo hai lottato, sofferto il freddo, sei stato in ammollo per 24 ore, hai camminato in su e giù per quelle vette, sei stanco a bestia e lo hai fatto per loro, per gli INDIANS.
Porto a casa il regalo più grande cioè L'EMOZIONE e LA GIOIA dei miei compagni. Sensazioni Uniche!!!
Per concludere... Non è stato un semplice primo torneo h 24, ma una lezione di vita. Ne esco cresciuto. Sportivamente perché ho capito cosa vuol dire soffrire per 24 ore senza sparare un solo pallino e lo spirito che si prova in un evento targato il circuito. Caratterialmente ed emotivamente perché anche se siamo da poco insieme io con i miei compagni di team, sembrava che giocassimo insieme da una vita. C'era un affiatamento unico. Mai nessuno era tralasciato indietro, pronti ad aiutarsi l'uno per l'altro. Un’esperienza che consiglio a tutti di vivere, perché certe cose, come dice il Pres, o le vivi e le capisci o non le capisci, perché dalle descrizioni degli altri, ne puoi trarre il senso, ma non assapori i brividi che ti scorrono sulla pelle o il battito cardiaco che accelera e ti sembra tutto come una semplice giocata domenicale.
Grazie INDIANS
Grazie Giulk
Grazie Miccetta, Puma, Sballo, Looz, Gianni, Tafano,Alfredo

Manuel
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